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Sostegno psicologico pre e post parto

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Il percorso psicoterapeutico

Il rapporto di coppia durante la gravidanza è intriso di bisogni, aspettative, desideri più o meno espliciti che i partner si trasmettono. Diventa quindi importante uno spazio dove la coppia possa raccontarsi per una buona comunicazione e per salvaguardare il benessere del nascituro.

Questo percorso è per chi desidera uno spazio dedicato dove raccontarsi e trovare risposta alle tante perplessità relative alla gravidanza, alla nascita e al periodo della post nascita dando spazio alle proprie emozioni, riconoscendole e gestendole per migliorare il proprio sentire e le proprie relazioni in un respiro piu\’ ampio.

Avere un figlio comporta molte responsabilità ma, appena la decisione e’ presa, bisogna sfruttare la situazione per cogliere tutte le opportunità che questa scelta ci offre.

Accanto alle gioie sorgeranno momenti difficili e timori su quello che potrebbe accadere; nell’azione di sostegno alla coppia, si imparerà a non ignorare questi sentimenti negativi ma ad esaminarli a fondo, andando ad evidenziare quello che spaventa e ad individuare soluzioni maturando così più sicurezza.

Si andrà ad interiorizzare che è bene vivere ogni momento della gravidanza senza costruirsi aspettative irrealistiche ne’ facendo finta che nulla stia cambiando, che non si deve minimizzare ma nemmeno vedere tutto come un dramma, alimentando confusione e smarrimento.

Il rapporto di coppia durante la gravidanza è intriso di bisogni, aspettative, desideri più o meno espliciti che i partner si trasmettono; una buona comunicazione di coppia è fondamentale per salvaguardare il benessere del nascituro.

Gli equilibri precedentemente costruiti all’interno della coppia vanno ridisegnati e quindi, se già prima erano poco strutturati, rischiano di sfaldarsi.

La gravidanza è infine un fenomeno relazionale in quanto coinvolge i rapporti interpersonali della coppia al proprio interno e con il mondo esterno, in particolare con le famiglie di origine.

Quindi la gravidanza rimette in discussione il rapporto di coppia anche perché rappresenta lo snodo tra la continuità e la differenza nel rapporto tra le generazioni.

Per cercare il nuovo equilibrio la coppia in attesa deve impegnarsi a superare i conflitti, unendo le risorse e le diversità fino a formare un\’alleanza che funzioni. In ogni ambito, che vede due persone su posizioni differenti, ci può essere uno scontro che chiude ogni mediazione oppure un confronto utile  per ricercare soluzioni che soddisfino entrambi. E’ solo in questo secondo caso che si ha la possibilità di instaurare rapporti armoniosi, necessari per la costruzione di una famiglia e per trasmettere dei buoni valori ai propri figli.

Dunque per potersi incontrare in una coppia, ognuno dei due deve spostarsi dall’estremità della propria polarità verso il centro: è proprio in quelle estremità polari maschili e femminili che si accumula forza vitale. Una forza vitale che inizia a circolare e trova espressione nella dinamica tra i generi. Ciò comporta che ogni genere deve tornare periodicamente alla propria estremità polare per attingere a questa forza, per tenere alta la tensione, la dinamica, per fornire vitalità di flusso che scorre per poi ritornare verso il centro.   

L’azione di sostegno è tesa a favorire la ricerca di un nuovo equilibrio di coppia, attraverso l’impegno a superare i conflitti, a ricercare soluzioni che soddisfino entrambi unendo le proprie risorse e diversità, instaurando rapporti armoniosi e una salda alleanza necessari per la costruzione di una famiglia e per trasmettere dei buoni valori ai propri figli.

Nel percorso terapeutico verrà focalizzata l’attenzione su temi come l’immagine fantasmatica che i genitori hanno del loro bambino (come viene immaginato, desiderato): aspetti fisici del bambino, aspetti psicologici (tratti di personalità), ruolo del genitore (tipo di rapporto che desidererebbe avere con il proprio figlio) e i timori; la rappresentazione di sé, dei relativi genitori in entrambi i membri della coppia: attività con il bambino.

Si può affermare che durante la gravidanza le fantasie dei genitori sul prossimo nascituro sono infinite ed impersonali, cioè archetipiche.

Ma, mentre ci si attiva per preparare l’ambiente destinato al prossimo nascituro, come la culla o la stanza, non ci si cura affatto di ciò che sta avvenendo nel proprio inconscio, un pullulare di archetipi che influenzano la gestazione.

Le aspettative nei riguardi del bambino, specialmente da parte della madre, capita che si alternino tra il positivo ed il negativo senza essere espresse e gli archetipi corrispondenti che vengono proiettati inconsciamente sul nascituro ne alterano l’equilibrio e si ritiene possano influenzare la sua vita da adulto.

Nella fase regressiva il padre e la madre sono riafferrati dai loro archetipi infantili che sono in genere legati ai rispettivi contesti familiari.

Ecco che allora la psicoterapia può razionalizzare tali contesti, altrimenti le proiezioni sul bambino potrebbero diventare deleterie.

Colloquio con coppie in attesa del primogenito


La maternità è lo sviluppo psicologico ed emotivo della gravidanza e recentemente si è scoperta l’importanza dell’uomo in quanto genitore fin dalle prime fasi dell’evento. L’attesa di un bambino rappresenta un momento di ristrutturazione e di verifica del rapporto poiché si ricevere un nuovo membro e questo comporta sicuramente una diversa percezione della relazione. È un momento di transizione, di crisi maturativa e alcune delle tensioni intrapsichiche coinvolte sono:
il rapporto con il proprio sé e il proprio corpo; il rapporto con i propri genitori e la relazione di coppia.
Con la gravidanza la madre deve assolvere a due fondamentali “compiti adattivi”:
1) Creare dentro di sé uno spazio psicologico per il bambino nell’accettare e accogliere il feto. La gestante può presentare un’ambivalenza affettiva nei suoi confronti come nelle manifestazioni orali caratteristiche dei primi mesi di gravidanza con nausee, bruciori di stomaco ecc..
2) Riuscire a concepire il bambino come una entità a sé stante e quindi elaborare la futura separazione da lui e questa fase può presentarsi con la percezione dei movimenti fetali.
Alla maternità sono però collegate problematiche connesse con l’identità, ovvero nella gravidanza possono riemergere antichi conflitti e contrasti sentimentali legati alle figure del complesso preedipico, infatti la gravidanza può rappresentare la possibilità di eguagliare la capacità creatrice della propria madre. L’identificazione con il genitore dello stesso sesso è alla base della capacità di accettare i ruoli adulti, tra cui la maternità. 

I colloqui pre parto
Nel colloquio è interessante ascoltare direttamente i soggetti e permettergli di organizzare il discorso il più liberamente possibile. Tale strumento permette di cogliere anche la componente non verbale della comunicazione come tono, balbettii, piccoli silenzi.

I colloqui clinici di ricerca sono articolati attraverso determinate aree d’indagine:
notizie personali, rapporto con il proprio lavoro, interessi culturali e sociali, andamento della gravidanza, vissuto dell’esame ecografico e movimenti fetali, il bambino immaginato, percezione delle modificazioni del corpo, rapporto di coppia e con la famiglia di origine, immagine di sé come genitore e corsi di preparazione al parto.
Nella traccia del colloquio vanno approfonditi aspetti come:
-Vissuti personali di ogni membro della coppia in relazione alla gravidanza sia come momento di crisi della propria identità che come cambiamento nel rapporto di coppia;
–  Reazioni alla scoperta ed eventuali disturbi fisici in gravidanza;

–  Ecografia: le emozioni provate;
–  I vissuti relativi al feto: movimenti fetali e conferma della sua salute, possibili sentimenti di invidia nell’uomo;
–  Il bambino: l’immagine fantasmatica del bimbo e desideri rispetto all’aspetto fisico e di personalità; 
–  I rapporti con i propri genitori: eventuali modificazioni nella loro relazione, ricordi dell’infanzia.
Nella fase finale sono previsti commenti relativi ai corsi di preparazione al parto senza trascurare la restituzione, ovvero sottolineare da parte dell’investigatore l’importanza della collaborazione. 
Nell’analisi del colloquio viene focalizzata l’attenzione su temi come:
–  l\’ immagine fantasmatica che i genitori hanno del loro bambino (come viene immaginato, desiderato): Aspetti fisici del bambino, Aspetti psicologici (tratti di personalità), il ruolo del genitore (tipo di rapporto che desidererebbe avere con il proprio figlio) e i timori;
–  la rappresentazione di sé, dei relativi genitori in entrambi i membri della coppia: attività con il bambino.

I colloqui post parto

Mentre  il percorso pre parto ha come scopo l\’inquadramento della situazione e la prevenzione, i colloqui di consulenza post partum hanno come scopo l\’inquadramento e la valutazione della situazione e prevedono l\’accoglimento della eventuale sofferenza dal punto di vista psicologico.

Stanchezza, irritabilità, umore altalenante e sentimenti di ambivalenza nei confronti del bambino nel periodo post parto accomuna l\’80% delle neomamme.

Questa fase, chiamata anche \”baby blues\”, è una fase transitoria che, però, è opportuno non negare ma è importante elaborare all\’interno di un percorso psicoterapeutico.

Dott.ssa Federica Pratelli.

Psicologa Psicoterapeuta

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